Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Aosta, Sentenza 15 febbraio 2002, 22 Sent. n. 22/2002 del 15.12.2002 R.G. 2373/01 g.i.p. R.G. 2077/01 REPUBBLICA ITALIANA In nome del Popolo Italiano IL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI c/o IL TRIBUNALE ORDINARIO DI AOSTA In persona del Doti. Fabrizio Gandini ha pronunciato la seguente SENTENZA nel procedimento penale contro M. F., nato il XXXXX in XXXX, residente in YYYYYYYYY Via XXXXXXX libero IMPUTAZIONE del reato di cui all'art. 2 e 16 L. n. 47 del 1948 in relazione all'art. 1 L. n. 62/2001 per non aver indicato nel si'to www.xxxxxxx.it, di cui e' titolare, il nome dell'editore e dello stampatore. In YYYYYYYYY accertato nell'aprile 2001. CONCLUSIONI Il Pm ha chiesto l'emissione del decreto penale di condanna in data 16.10.2001 IN FATTO ED IN DIRITTO Con atto depositato il giorno 16.10.2001 il P.M. chiedeva emissione di decreto penale di condanna a carico di M. F., per il reato previsto e punito dagli articoli 2 e 16 legge 47/1948 - meglio descritto nella imputazione - in relazione alla omessa indicazione del nome dell'editore e dello stampatore del sito internet: www.xxxxxxxxxx.it. La richiesta del PM non puo' trovare accoglimento, sussistendo i presupposti per il proscioglimento dell'imputato, ex art. 459 comma 3 c.p.p. Gli articoli 2 e 16 della legge 47/1948, nel sanzionare rispettivamente l'omessa indicazione del nome dell'editore e dello stampatore su di uno stampato, trovano riferimento semantico nell'art. l della stessa legge, quanto al concetto di stampato: "Sono considerate stampe o stampati, ai fini di questa legge, tutte le riproduzioni tipografiche o comunque ottenute con mezzi meccanici o fisico-chimici in qualsiasi modo destinate alla pubblicazione". Secondo la tesi del PM il sito internet, nella specie il sito: www.xxxxxxxxxx.it, dovrebbe quindi rientrare nel concetto di stampato. Tuttavia, in forza del principio espresso dall'art. 1 c.p. e 14 preleggi, non puo' ritenersi che il testo reso pubblico mediante sito internet sia assimilabile ad uno stampato, se non compiendo una operazione analogica in malam partem, non consentita dal nostro ordinamento. Il concetto di riproduzione, che costituisce il fulcro della definizione di stampato ex art. 1 legge 47/1948, presuppone - da un punto di vista logico - una distinzione fisicamente percepibile tra l'oggetto da riprodurre e le sue riproduzioni, essendo poi indifferente il procedimento fisico-chimico mediante il quale la riproduzione viene posta in essere. Il testo pubblicato su sito internet non puo' invece essere considerato una riproduzione. Il relativo file, invero, si trova in unico originale sul sito stesso, e puo' essere consultato dall'utente mediante l'accesso al sito. La riproduzione del file, del tutto eventuale, viene posta in essere solo in seguito dallo stesso utente il quale, se lo desidera, puo' provvedere a stampare il file scaricato. Non puo' quindi ritenersi che il titolare del sito internet sia responsabile di tali riproduzioni, in quanto del tutto eventuali e poste in essere dagli stessi utenti. Come e' gia' stato sopra argomentato, i files pubblicati su internet non sono riproduzioni, ma documenti informatici originali. Si evidenzia dunque una lacuna legislativa, che non puo' essere colmata dall'interprete, siccome in danno dell'imputato. Per questi motivi l'imputato deve essere assolto perche' il fatto non e' previsto dalla legge come reato. P.Q.M. visti gli artt. 129 e 459 co.3 c.p.p. assolve M. F. dal reato ascrittogli perche' il fatto non e' previsto dalla legge come reato. Aosta, il giorno 15 febbraio 2002. I1 Giudice (Fabrizio GANDINI)